Depressione post-partum: ne sentiamo parlare, sempre più spesso, su giornali, in internet e in tv. Dai dati della letteratura scientifica emerge che nei paesi occidentali circa il 10%-15% delle donne sviluppano uno stato di depressione in seguito alla nascita del loro bambino (in prevalenza tra la quarta e l’ottava settimana dopo il parto) con giornate scandite da senso di solitudine, svuotamento, tristezza e importanti ricadute a livello individuale, familiare e sociale.
Prevenire questi stati si può:
porsi in situazione di ascolto, da parte di familiari, amici e figure professionali che gravitano attorno alla donna, è la condizione necessaria per cogliere i segnali premonitori d’esordio e intervenire in modo tempestivo, offrendo un supporto materiale e psicologico.
Bassa autostima, situazioni stressanti nel corso dell’ultimo anno, mancanza di aiuto e di supporto emotivo e materiale da parte del partner, stati d’ansia durante la gravidanza, problemi di salute del neonato, sono riconosciuti come possibili fattori di rischio che aumentano e aggravano il senso di stress e di fatica percepiti dalla donna, generando vissuti di frustrazione, inadeguatezza e tristezza.
Tra i principali campanelli d’allarme, che dovrebbero spingere a chiedere aiuto, vi sono
• le crisi di pianto,
• la perdita o l’aumento dell’appetito,
• una irritabilità che perdura da almeno due settimane,
• sentimenti negativi verso la maternità o il bambino.
La nascita di un figlio è un evento speciale, carico di aspettative ed emotivamente coinvolgente, talvolta accompagnato da difficoltà fisiologiche per la neo-mamma che, insieme al partner, è chiamata ad affrontare importanti cambiamenti sia psicologici che relazionali. Vediamoli insieme.
Definizione di una nuova immagine di sè: non più solo donna e moglie/compagna, ma anche madre immersa nella coinvolgente relazione con il proprio bambino.
Trasformazione del legame di coppia: con la gravidanza e la nascita del bambino la coppia deve imparare, giorno dopo giorno, un modo nuovo di stare insieme e di comunicare.
Cambiamenti che riguardano il rapporto con i propri genitori: la gravidanza permette di riconoscere e comprendere la figura di uomo e donna che stanno dietro ai ruoli della propria madre e della proprio padre e richiede una contrattazione dei “giusti modi” e delle “giuste distanze” per stare insieme.
Significativi cambiamenti sul piano organizzativo: gli impegni familiari aumentano e rilevanti sono le variazioni nei ritmi, nelle abitudini, nella gestione del tempo, nonché l’interazione con specialisti e strutture che accompagnano i genitori nella crescita del figlio.
La depressione post-partum è in contrasto con l’immaginario collettivo che idealizza la maternità come un momento esclusivamente gioioso e felice, mentre il vissuto privato mette in luce una varietà di stati d’animo alcuni dei quali rischiano di rimanere incompresi proprio perché inammissibili e dunque poco condivisibili.
A ben vedere la nascita è un evento che ogni donna vive a modo suo, attribuendole un significato, delle aspettative e motivazioni (più o meno consapevoli) che sono in continuità con la sua storia passata e con il suo modo di essere. Ma la nascita è un evento che coinvolge oltre la donna, anche il partner e le famiglie estese.
In tal senso, un’efficace strategia di prevenzione e di intervento precoce passa attraverso il rafforzamento dei legami, in primis quello di coppia.
Una solida relazione di coppia, che funziona ed è affettivamente appagante, è forse il miglior antidoto contro la depressione post-partum in quanto permette di cogliere e soprattutto prevenire eventuali elementi di disagio prima che assumano una rilevanza clinica.
BIBLIOGRAFIA
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Dott.ssa Mara Vesco – Psicologa e Psicoterapeuta